CENSURA(l'albero)
CONFIDENTIAL PROTOCOL
subject: Gino the Chicken Lost in the Net, Censored
date: (censored)
refert: 3622 - Albero
home: Piazza dei Desideri
notes: Il pollo naufrago s'è commosso per le azioni di repressione nel www. Una tecnofantasia accesissima, lo spinge ad un insolito racconto, sotto forma di lunga e-mail, indirizzata a centinaia di fiancheggiatori. Lo scritto, è stato intercettato e censurato dai nostri agenti direttamente all'origine. Quell'albero cos'è? Qualcuno ha una risposta per favore?
 
(censored)
 
Piazza dei Desideri deserta dopo l'ultima retata. Accessi sbarrati, fuck house sigillate, news group dissolti. Per fulgido miracolo noi-vogliamo-che-tu-viva, quella piazza era senza censura, fantasia diamante allo stato grezzo, posto senza coltelli dove a tutte le ore si scontravano, strette in libera sorte, babeli colorate al fosfospruzzo di bit bellissimi che praticavano l'arte di vivere il proprio destino neurologico, infischiandosene degli illuminati aborti subliminali degni delle peggio cause e della peggio vita.
Ossa rotte rottissime occhi in mano manissima, fiutando aria di pioggia violenta, salto la rete a scarica messa a blocco dell'accesso SUD. Tocco terra panoramicando tac tac tac guardingo. Appeso alle barbarie raffinate delle leggi e delle religioni l'inganno è ovunque. Non posso impedire agli yesman facce di culo dei censori venduti alla CIA di monitorarmi, ma se c'è da mordere, azzannerò... Un soffio d'aria svogliato, poi la tensione torna immobile. Nessuno. Nessuno all'infuori di me. Solo un home page mal illuminata, ributtata nella cruda verginità cibernetica. Sembra prima dell'invasione... Ma non c'è più un posto libero dove si possa andare a respirare in questa rete? In questo mondo? In questo vostro universo del cazzo?
In risposta uccelli crudeli gridano lontani nelle frontiere perdute del ciberspazio, nubi scure chiudono e aprono le stupide stelle, sorella luna fugge e muore nel suo ventaglio ruotante. Odore di ozono e metallo putrescente ovunque nell'aria.
Elaboro : Tempesta elettrica in avvicinamento rapido ore sei.
Notte strana e distorta. E' come se avessi le ali troppo corte, i muscoli indisciplinati, gli ossicini troppo morbidi, la lingua tagliata. Preludio di una carneficina elegante, oleografica, da immagine 3D su testo di storia, una raffica di detriti e virus lanciata in avanscoperta investe con un pugno la piazza. E' chiaro, vogliono distruggere definitivamente questo posto. Cerco il suono delle mie zampe che scivolano pattinando sulla schiuma dell'onda d'urto. Per non cadere correggo automaticamente l'assetto e questo mi procura malinconia intercostale.
E' tornato il silenzio.
Scruto la piazza deserta e mi struggo: sembra pronta come non mai all'incontro, predisposta all'invasione di una memoria collettiva affidata al tutto - affrontare il toro demoniaco senza mantilla né modestia, scappare da chi pretende di correggere le mosse sbagliate, le virate troppo lente o troppo, olé, veloci.
U-OH.. Dove cazzo sta la memoria collettiva? Nel culo buio del mio intercettatore? In trincea? A sgozzare bambini in qualche villaggio dimenticato? Semisvenuta scompostamente nei family-games? In galera? Nelle disco biblioteche di stato? Nelle case di campagna tecnofreak? Muore forse di fame e freddo? Si è ammalata di A.I.D.S.? Compressa in qualche banca dati stellare? Nel sangue alieno del Graal? Negli Electronic Mandala incassati in cabine di deprivazione sensoriale per massaie? In the jungle?
Ora mulinelli iniziano a far risuonare con continuità campionature di cimbali tibetani di bronzo. Vorrei vorrei non-si-sa-che e per sfuggire un sentimento elettronico simile alla nostalgia, rifletto, ragiono: è inutile illudersi e sfiatarsi, è patetico, ridicolo, maledettamente enfatico, specialmente per una freccia incandescente alimentata a ghiaccio, un pollo dissolto all'origine, teoricamente incapace di emozionarsi. Ma io, da qua, non ho voglia di andarmene, tanto non ho nessuno con cui prendermi e perdermi. Nessuno all'infuori di me e delle forze della natura elettronica. Allora benissimo! Solo mi sento benissimo! Pugni stretti, sguardo a terra, boxando contro il vento come pugile gallo. Bellissimo! Giovanissimo! Indistruttibile! Bravo-bravissimo! Perfetto-perfettissimo! Incazzatissimo! Prontissimo! Giustissimo! Tenerissimo! Agilissimo! Imprendibilissimo! Imperlatissimo! Di-fuori-di-fuorissimo! Nuovo-nuovissimo! Convintissimo!
Il mio sistema individua il luccicare pallido plancton di fibre ottiche in massa su un quadrato poco distante. Mi avvicino a fatica sbracciando atomi in polvere e parolacce in subbuglio.
Elaboro : target - Cosmic Boy skate giallo oro con redini ottiche argento - Propietà Turing Club - Interfacciamento extrapollo compatibile.
Davanti al giocattolo ultimo modello, sorrido, pulcino felice ci vuole poco! Il primo tuono mi scuote di sorpresa. Raffiche mi sollevano le penne verso il cielo bruciato da lampi bianchissimi. Sotto la pelle tirata rimbomba il secondo tuono. L'abisso sembra aprirsi, le fuck house crollare. Ora piovono spilli in muro di ghiaccio.
Al centro della piazza, ondeggia nero e selvaggio l'albero che ha messo radici nel pozzo dei desideri. L'unica cosa ipertestuale ancora viva qua dentro. Decollo verso il riparo del suo ombrello maestoso cavalcando il cosmic-boy imbizzarrito. Volando da un ignoto a un altro ignoto cinque miliardi di istruzioni p.s. diventano fiori freddi di silicio infradiciato. Cotto fino agli occhi da chissà quale schifezza di virus, il mio sguardo severo tra il vento e la pioggia si leva e si spegne. Il pensiero è fiore di mandarino, sequoia, baobab, salice, abete e resina di pino. Fitta foresta in soleggiato giardino.
"Avanti avanti!" lotto imponente dalla plancia, frustando lo skate jet perché non fugga "Non hai mai visto un light-show di fulmini? I tuoni poi non uccidono! Che paura hai! Stupido! In aria tutte le richieste di salvataggio! E tu microchip a prora segnala i frangenti! Gettate le scale! Avanti passeggeri che l'isola è vicina! Avanti che ce l'abbiamo fatta!"
"Bene arrivato, ora sei al riparo, puoi rilassarti anche se dal tuo sguardo capisco che ti monta dentro qualcosa che di attimo in attimo si fa travolgente. Ti ho visto arrivare, giocavi a capitani coraggiosi, hai fatto il giro della morte col tuo surf volante. Sei stato intrepido, hai una forza che non è organica. Sembri un povero pollo, ma non lo sei. So chi sei. Sei una di quelle creature che col tempo trasformano il corpo in un fluido luminoso abbandonandolo all'ispirazione dell'anima. Che poi sia anima elettronica non importa. Non avevo mai visto nessuno come te, ma ti ho riconosciuto, è vero? Comunque ben arrivato. Ora sei al riparo."
"Amico albero... fratello albero, come sei bello!" costruendo un ponte tra la linfa e la paura della tempesta, rompendomi le unghie per grattare la corteccia "Amico albero, sorella albero, non me ne ero mai accorto di come sei bella!" provando ad arrampicarmi, snodando le ali per circondare il grande tronco. Resina di benvenuto ovunque sui capelli. Nulla a che vedere con le pornostar dei cetrioli a espansione e delle banane giganti, ma non è un dettaglio sussidiario credere a un orgasmo vegetale.
"Bello bello bella, fatti abbracciare" occhi chiusi moccio al becco "bello bello, ora sto già meglio, sniff..."
"E' una tempesta come si deve." diceva l'albero "Tempeste robuste non ne passava da tempo, questa è calata giù direttamente dal grande buco nel cielo sopra al Polo Nord. I nanoinsetti implementatori mi dicono che quel buco è un passaggio verso le migliaia di mondi paralleli. Non ho saputo chi lo ha spifferato agli insetti, ma credo che ci dobbiamo fidare di loro. Spero che la notizia del passaggio faccia piacere a questo mia nuovo giovane protetto. Impossibile non gli dia da riflettere. Forse lo spingerà a procurarsi due buone ali, dubito riesca a volare con quelle che ha addosso ora. Dovrà quindi procurarsele. Non ho mai capito perché tutti se ne stiano laggiù, piantati a terra nel loro paradiso popolato di orrori, ingobbendosi con la gravità degli anni, senza volarsene via, in altri mondi. Devono esistere difficoltà e limiti che non conosco, non c'è altra spiegazione."
Intanto la grande corona di saette che circondava in serrate intermittenze abbaglianti la Piazza dei Desideri, si era frantumata figliando virtuose vene pulsanti dai mille colori. Adesso aureole dell'arcobaleno acido incorniciavano l'albero in un rito elettranimista pagano.
"Bella bella bello..." ripetevo in estasi, ipnotizzato dal profumo acre della resina. "Buono bene bene buono bello bello..."
"Uao! Psichedelia pura!" diceva l'albero "Perdita della convinta realtà onnivora degli umani. Questo mi piace e spero piaccia molto al mio amico pollo qua sotto, anche se è talmente preso dai miei odori che dubito si accorga di ciò che ci sta accadendo intorno. Invece quello che si perde è un bello spettacolo, lo potrebbe aiutare molto... Fa piacere vedere sorella Ganja in azione senza che qualcuno possa impedirlo. Chissà come si chiama il mondo da cui viene questa bellissima tempesta? Chiunque sia l'Edificatore, bisogna ammettere che conosce le vie dello spirito benigno... Ehi piccolino, alza gli occhi! Guarda un po'! C'è da svagarsi come quand'ero un seme stanotte! Mi sento dentro al mio batuffolo d'ovatta, caldo caldo, linfa scorre. Ehi, dico a te! Che ti prende, si può sapere? Apri gli occhi!
Avessi una bocca ti bacerei.
Avessi una lingua ti leccherei.
Così forse capiresti meglio ciò che voglio dire, ciò che ti perdi a startene chiuso là dentro quella cassa da pollo animalmineral di neuromuscoli virtuali e sabbia lavorata in silicio. Potresti almeno farti crescer delle foglie... Su su, sto solo scherzando, non sospettare sia spesso in vena di farlo. Di solito sono distaccato, professionale, legnoso. Il mio Dio di sicuro lo è. Ma tu e questa tempesta... L'unico sgomento è quell'ammaso di rifiuti che Fortevento mi fa spesso orbitare attorno alla chioma. Farei volentieri a meno di satelliti digitali, metalli contorti, crimini, viltà, bassezze. Anni tragici, sento circolare notizie spaventose, guerre, cicloni, pandemie, morte continua, la luna che sta per cascarci addosso, il fuoco che brucerà la Terra... Dunque, penso veramente che faccia star meglio chiunque abbracciarmi, grattarmi, succhiarmi. Ogni essere dovrebbe pensarla così. I polli poi si sentono carini con le penne imbrattate di resina odorosa. Ti dà fiducia andare dal tuo albero e ricevere esattamente il servizio che vuoi. Schizzi di resina su piume e penne... Queste sono cose che essi apprezzano, queste sono cose che a loro piacciono, specialmente durante una tempesta elettrica."
"Oh, amore mio, fratello mio..." dicevo, nel mondo bambagiato connesso ai mei circuiti imperlati di virus, nel silente mondo popolato da viandanti luminosi diretti verso la città di luce trasparente dove camminare non costa fatica. "Fratello, amico, calami un ramo ti prego... fammi salire."
"Ebbene questo polletto è molto cordiale." diceva l'albero "Si perde nella Città di Luce creata dai virus mutanti nella sua psiche e straparla mentre tutto nella piazza vibra e io continuo ad occuparmi di lui innaffiandolo di miele. Mi piace, è grazioso. Posso dirgli perché è inutile che gli cali un ramo, ma a volte non stanno ad ascoltarti, chiedono e poi fanno quello che vogliono. Questo succede spesso. Ai fiori soprattutto. Ebbene noi vegetali ipertestuali non possiamo accontentare sempre, ma possiamo tentare. E' nostro obbiettivo che tutti si sentano più felici e soddisfatti. Mi pare evidente. Spero di continuo che a tutti tutto vada per il meglio. Tra pochi minuti, i fulmini cambieranno direzione, se ne andranno su qualche altro pianeta fumante di energia primaria e di vita per cercare di distruggerlo. Non è colpa loro se son così, in fondo son simpatici..."
"Se tu mi facessi salire in cielo" piagnucolavo io "Amica albero, fratello albero. Se potessi volarmene lassù."
"Era giusto quello di cui gli parlavo prima. Allora spero che tutto vada per il meglio a questa creatura e che riesca a procurarsi queste ali nuove." diceva l'albero "Mi vuole molto bene, lo sento. Minaccerebbe chiunque ridesse di me. Una volta ho conosciuto un dentista che salvò i miei rami guasti. Aveva bellissimi occhi azzurri che si spensero lentamente. Mi disse che era stato vittima di un vampiro dagli occhi d'acciaio. Minacciava con una Buddah Vision chiunque ridesse di me. Prima che si spegnessero gli occhi. Minacciò il comandante dei parà e il capitano della squadra di calcio, mandando anche un sacco d'accidenti ai loro antenati e al grande lupo nero. I cittadini erano d'accordo nel tapparsi in casa aspettando il calar delle tenebre per godere del canino seghettato del vampiro e non vedevano di buon occhio un dentista, specialmente se armato di Buddah Vision profumate d'aglio, lo consideravano un pericolo. Così lui perse la sua clientela. Dov'è ora quel dentista? E' nel mio clorofilliano cielo, non vi sembra chiaro? Forse guarda una sim opera, quella, sapete, dove c'è il missile degli invasori che prende fuoco, colpito in pieno dall'ammiraglia dei Vegetali Galattici..."
"Ancora, ancora ti prego... ancora resina..." imploravo sommerso dal piacere "ancora resina amico albero, fratello albero..."
La tempesta si stava allontanando per proseguire il viaggio.
"Fortevento dove siamo dirette stanotte?" domandava Nuvola Smarrita che si era distratta un attimo ad osservare tanta dedizione.
"Su rapida, andiamo!" le rispose Fortevento "Non sprecare tutte le munizioni. Ho delle carte con nomi, posti e numeri che non esistono in questa nebulosa - becco lungo e appuntito, piumaggio d'oro, coda lunga i giovani abitanti. Su sbrigati, andiamo!"
"Addio addio " salutò verso la piazza Nuvola Smarrita scaricando un paio di fulmini " A volte succede spesso..."
"Ecco, la tempesta è passata, le nuvole se ne sono andate col loro bagaglio di confusione." diceva l'albero sul punto di sbadigliare "Credo che adesso possa concedermi un meritato riposo personale e che questa creatura possa tranquillamente considerarsi salva. Sarà in grado di formattare il piacere ricevuto dalla mia resina nella sua zona di controllo neuronica, al posto dei suoi attuali contorcimenti serpentini apprezzabili esclusivamente in una danzatrice orientale? Più di un caso apparentemente disperato ha riacquistato l'equilibrio spirituale durante un orgasmo vegetale. Il pollo Gino dovrà ricordarsi di questo e quando passerà accanto a un giardino, quando in una camminata senza mete precise si inoltrerà in quel che resta di un bosco, dovrà sforzarsi non solo di vedere ma di godere."
"Sorella albero, amico albero, grazie!" staccando l'abbraccio, rasserenato, usando resina come gel per le piume "Sai, io non ringrazio mai, corro sempre e nessuno mi chiede il perché. Lì a dirmi fai questo, fai quello... oppure a comandare a distanza. Ma a nessuno gli importa qualcosa di me, nessuno che mi aiuti e mi consigli."
"Un consiglio?" diceva insonnolito l'albero "Volentieri: tanti tanti auguri!"
 
(censored)